martedì 25 marzo 2008

Boicottate le Olimpiadi in Cina.....

.....secondo me è giusto farlo!

Per il Tibet.....per tutti i popoli oppressi dal regime cinese......!


L'appello lanciato dagli studenti ribelli della Generazione '88 in Birmania. "Da Pechino solo silenzio e armi per i generali"
'Boicottate le olimpiadi di Pechino, per fare capire alla Cina che siete contro la giunta militare che sta dominando il nostro paese a furia di pistole e minacce'; il grido sale forte dalla Birmania verso il mondo e chiede aiuto. Sono i portavoce del movimento di ex studenti, ora attivisti democratici, 'Generazione 88' che prendono il nome dall'anno in cui si sollevarono contro i generali per chiedere libere elezioni, pagando un tributo di tremila vite umane alla repressione: Le elezioni si tennero poi nel 1990 e vennero vinte dalla Lega per la Democrazia di Aung San Suu Kii, per poi essere annullate dalla giunta militare.


La richiesta di boicottaggio degli studenti birmani giunge come terza ondata di proteste contro la manifestazione sportiva che si terrà a Pechino il prossimo agosto: parecchie organizzazioni di difesa dei diritti umani hanno protestato per come viene tacitato il dissenso politico e delle minoranze in Cina, invitando i paesi democratici a non inviare atleti nella capitale cinese; E' stato poi il tempo delle polemiche sul ruolo cinese nei confronti del Sudan, stato africano tra i maggiori fornitori di petrolio ai cinesi, criticato perchè incapace di fermare il genocidio in corso nel Darfur, regione al confine con il Chad. Due settimane fa il regista hollywoodiano Steven Spielberg si è ritirato dall'incarico di direttore artistico delle Olimpiadi per incitare la Cina a fare qualcosa per il Darfur, intervenendo presso il governo di Khartum.

"Il nostro approccio costruttivo con Pechino non è servito a nulla: non si sono attivati presso il governo militare che governa dal 1962 e la loro unica risposta è stata il silenzio e l'invio di nuovi fucili e mitragliatrici", ha dichiarato un portavoce del gruppo '88. A seguito delle costanti pressioni di altri paesi dell'Asean (organizzazione internazionale dei paesi dell'area) la giunta militare birmana ha acconsentito a quelle che hanno definito come 'aperture democratiche': la convocazione di un referendum in maggio. Per approvare una costituzione redatta da rappresentanti scelti dai militari stessi.

Alla costituzione dovrebbero seguire delle elezioni, in teoria democratiche. Comunque con calma, a partire dal 2010. La figura preminente dell'opposizione, aung San Suu Kii, è stata esclusa da eventuali consultazioni perchè "ha sposato uno straniero ed ha figli stranieri". Suu Kii è vedova dal 1999 di un professore inglese, rimasto in patria. Anche le due figlie di Suu Kii sono rimaste in Inghilterra, non potendo aiutare la madre agli arresti domiciliari in Rangun. Parecchi paesi dell'area si sono dichiarati a favore di vere elezioni libere e inclusive per il Myanmar, con la partecipazione di Aung San Suu Kii, nelle parole del ministro indonesiano agli Esteri. Secondo l'inviato speciale Onu per il Myanmar, generale Ibrahim Gambari, servono a Rangun "per arrivare ad un reale cambiamento, delle elezioni credibili, che siano inclusive"; come rammentato in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri di Singapore, un Paese molto attivo nei contatti diplomatici per trovare una soluzione alla crisi. Per ora Suu Kii rimane senza diritto di voto; e agli arresti domiciliari, come ha passato 12 dei suoi ultimi 18 anni di vita

Beatrice

1 commento:

  1. non dovrebbe andarci nessun atleta e mettergliela così nel c....

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Bea