lunedì 23 ottobre 2006

Ciao Schumi

Ieri in Brasile si è svolto l'ultimo granpremio della carriera di Schumacher, una gara assurda, strepitosa, iniziata con l'ennesimo colpo di sfortuna (pompa della benzina rottasi nelle prove e conseguente decimo posto in griglia, e gomma bucata ad inizio gara) e conclusasi con una delle migliori prestazioni di sempre del tedesco, che ha rimontato dall'ultima posizione fino alla quarta, ad un passo dal podio, letteralmente volando e compiendo sorpassi meravigliosi...certo, i fatti dicono che Alonso e la renault sono campioni del mondo per la seconda volta, ma lasciatemi dire che senza la sfortuna che ha flagellato Schumi negli ultimi due granpremi, le cose sarebbero andate diversamente...ma il culo di Alonso è infinito!
Ma i fatti dicono anche che Schumacher è ancora il più forte del gruppo e ad oggi il migliore di tutti i tempi...
Citando la Gazzetta: Sette titoli mondiali, 91 vittorie, 68 pole position, 75 giri veloci, 250 GP disputati. Ma soprattutto l'impressione, a 37 anni suonati, di essere ancora nettamente più forte di tanti giovani colleghi. Michael Schumacher lascia così lo sport che ne ha fatto una superstar planetaria e di cui è diventato lui stesso icona. Lascia all'apice della carriera dopo aver lottato fino alla fine con Fernando Alonso, il giovane e splendido rivale che tutti ormai considerano il suo successore. Forse è più consolante andarsene sapendo di aver tenuto testa a tutti, di non essere stato "pensionato". Un'impresa anche questa. E' bello allora, come omaggio finale di una carriera straordinaria, rivivere i sette capolavori del tedesco.

1994 - La prima gioia arriva nel '94, con la Benetton-Ford. E' l'anno della morte di Senna. Schumacher vince i primi due GP. A Imola Ayrton perde la vita (nello stesso weekend in cui muore Ratzenberger). Schumi ha 40 punti dopo 4 gare, Damon Hill solo 7. Ma, tra episodi controversi (la bandiera nera di Silverstone con squalifica per due GP, l'esclusione di Spa con il fondo piatto irregolare) e la rimonta dell'inglese, la sfida si decide in Australia. Lui e Damon sono staccati di un solo punto. Decide un contatto al 35° giro: Schumi finisce contro un muretto, torna in pista nel momento in cui l'inglese cerca di passare e chiude. I due si toccano: la Benetton è subito k.o., la Williams riesce ad arrivare ai box ma non c'è niente da fare: sospensione piegata. Schumacher è re.

1995 - Nel '95 arriva il bis. La Benetton passa dal V8 Ford al V10 Renault. Schumi è un rullo compressore: vince ben 9 corse su 17, conquista il titolo nel GP del Pacifico a due gare dalla fine. Damon Hill ammette più volte la superiorità schiacciante del rivale le cui imprese principali arrivano a Montecarlo e nei due GP di casa, Hockenheim e Nuerburgring, gara in cui corona una grande rimonta sorpassando Alesi a due giri dal termine. Il punteggio finale è perentorio: Schumi 102, Hill 69.

2000 - Nel '96 Schumi passa alla Ferrari. Passa momenti amari (Jerez '97, il titolo perso da Hakkinen nel '98 e l'incidente di Silverstone nel '99), poi arriva il magico riscatto. Vince subito le prime tre gare e si porta nettamente in testa. Ma Hakkinen risale e a 4 GP dalla fine lo sorpassa in classifica. Michael e la Ferrari reagiscono vincendo le ultime quattro gare e riportando a Maranello il Mondiale che mancava da 21 anni.

2001 - Stesso trionfo ma con minor sofferenza. La stagione - al volante di una Ferrari F2001 sembrata subito molto valida - si rivela una cavalcata trionfale: per Michael 9 vittorie e 11 pole. La McLaren non è affidabile, la Williams cresce solo nel finale e il tedesco del Cavallino porta a casa la certezza aritmetica della corona iridata già in Ungheria, vincendo, con quattro gare d'anticipo sulla conclusione del Mondiale.

2002 - Se il 2001 vede Schumacher dominare, la stagione seguente è quasi imbarazzante: Michael mette insieme undici vittorie e sette pole e gli unici contrattempi gli arrivano solo dalla schiacciante superiorità della sua F2002, che induce lui e Barrichello a "giocare" un po' troppo con i finali di gara. Il tedesco si laurea campione addirittura a Magny-Cours, poco dopo metà stagione. A fine anno ha raccolto 144 punti contro i 77 del compagno Barrichello, vice-campione, e i 50 di Montoya.

2003 - Il sesto titolo è anche uno di quelli più duri da conquistare. La F2003-GA, dedicata allo scomparso avvocato Gianni Agnelli, non è all'altezza della rossa che l'ha preceduta. E i rivali, in particolare Raikkonen con la McLaren e Montoya con la Williams, sono molto combattivi. A due gare dalla conclusione è tutto apertissimo. Poi Michael trionfa a Indianapolis e si presenta a Suzuka in posizione molto favorevole. In Giappone gli basta un settimo posto, faticato, per riconfermarsi campione con soli due punti su Kimi e 11 su Juan Pablo.

2004 - Un anno a senso unico. Qualcosa di inimmaginabile alla vigilia e di incredibile nel suo svolgersi. Michael diventa campione con 4 gare di anticipo sulla conclusione del campionato dopo aver vinto 12 delle 14 gare disputate. Unici nei: l'incidente nel tunnel a Montecarlo (il solo ritiro fino a quel punto nella stagione) e la mancata vittoria proprio a Spa, dove il tedesco ha dovuto inchinarsi a Raikkonen e rendere aritmetico il Mondiale con un secondo posto.

Non ci resta che salutarlo e ringraziarlo malinconicamente...



Brit

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Bea